Cani Eroi

Come operano i cani da ricerca dopo un terremoto?

19 settembre 2016

Dopo il drammatico terremoto che la notte del 24 agosto ha colpito il centro Italia, con epicentro tra i comuni di Accumoli, Amatrice e Arquata del Tronto abbiamo raccolto l’importante testimonianza di Roberto Gasbarricollaboratore cinofilo Trainer® e responsabile del progetto Trainer® Cani Eroi, su come operano i cani da ricerca dopo un terremoto.

Roberto conosce e lavora a stretto contatto con le Unità Cinofile Nazionali e in caso di eventi così drammatici, in cui sono richieste più unità, si mette a disposizione per facilitare il coordinamento dei lavori.

Come operano i cani da ricerca dopo un terremoto

Dopo la prima scossa, avvertita a notte fonda, ce ne sono state altre 8 nell’arco di 3 ore che hanno allarmato tutte le unità coinvolte nel primo soccorso. I Vigili del Fuoco sono i responsabili principali in questi casi, seguiti dal fedele aiuto delle Unità Cinofile, che già in mattinata erano arrivate da tutta Italia per coordinarsi e prestare i primi servizi di ricerca.

Come racconta Roberto: Questi piccoli paesi, in cui si è svolta la tragedia, sono stati invasi da centinaia di Unità Cinofile da Soccorso, in un continuo via-vai di eroi a 6 zampe e già dalle prime ore si sono susseguiti decine e decine di interventi”.

Quando si è di fronte ad un dramma così grande, che ha coinvolto interi paesi, l’organizzazione è fondamentale:

La prima fase si chiama Call Outriguarda solamente i soccorritori ed è il primissimo approccio con la zona colpita da terremoto. Cercano così un contatto vocale con un “C’è nessuno?” prestando attenzione ad eventuali risposte di dispersi intrappolati ma ancora vigili.

Nella seconda fase possiamo vedere come operano i cani da ricerca dopo un terremoto; per regolamento sono loro i primi a poter “calpestare” le macerie perché hanno maggior equilibrio nelle zone sconnesse, sono veloci (in un minuto riescono a percorrere 50/100 metri annusando) e sono leggeri. Quando trovano una zona in cui riconoscono l’odore umano lanciano il loro segnale che, come ha testimoniato Roberto Gasbarri, nella drammaticità di questi avvenimenti, “quando il cane abbaia è il rumore della speranza”.

Una volta che il cane ha scandagliato la zona e lanciato l’allarme, viene allontanato per lasciare spazio all’intervento della protezione civile e dei vigili del fuoco che iniziano a scavare cautamente a mano per non danneggiare ulteriormente le persone sotto le macerie (solo nei casi di grosse macerie da spostare vengono utilizzati mezzi meccanici).

Esistono strumenti tecnologici che aiutano in modo mirato (ma lento e per piccole zone) la ricerca dei dispersi nelle macerie, percepiscono infatti respiri e battiti del cuore. Vengono però utilizzati solo successivamente all’impegno delle Unità Cinofile che restano il modo più veloce ed efficace.

cani-da-ricercaChe addestramento seguono i cani da ricerca?

Esistono diversi tipi di cani da ricerca ma, nella situazione che si è verificata nelle città marchigiane dopo il 24 agosto, sono state le Unità Cinofile con cani da ricerca su macerie le più impiegate.

I cani vengono addestrati a fiutare l’odore umano ma non è così semplice perché dipende molto da come sono crollate la macerie e da quanti spazi d’aria ci sono, infatti, più c’è spazio più è facile per il cane percepire gli odori per cui è stato addestrato.

Spesso le sostanze volatili rischiano di metterli in confusione ma sono abituati a restare concentrati sull’obiettivo finché l’odore non si fa forte e quando lo trovano abbaiano in quel punto per lanciare il segnale; spesso si usa una seconda unità cinofila per confermare il lavoro della prima.

Per i cani viene vissuto come una sorta di “nascondino”: vengono premiati ogni volta che è finito un intervento; l’abbaiare del cane è il segnale per gli altri soccorritori di intervenire. Il cane finisce quindi il suo compito e il suo conduttore lo gratifica per l’impegno facendolo giocare!

Luca Zanette con Yomo (Soccorso alpino Friuli Venezia Giulia stazione di Maniago) Daniele Mozzi con Jack (Soccorso alpino Friuli Venezia Giulia stazione di Forni Avoltri) Boscariol Claudio con Leo (Soccorso alpino Friuli Venezia Giulia stazione di Forni Avoltri) Pighin Lanfranco con Jago (Soccorso alpino Friuli Venezia Giulia stazione di Pordenone)
Luca Zanette con Yomo (Soccorso alpino Friuli Venezia Giulia stazione di Maniago)
Daniele Mozzi con Jack (Soccorso alpino Friuli Venezia Giulia stazione di Forni Avoltri)
Boscariol Claudio con Leo (Soccorso alpino Friuli Venezia Giulia stazione di Forni Avoltri)
Pighin Lanfranco con Jago (Soccorso alpino Friuli Venezia Giulia stazione di Pordenone)

La storia di Corto, il Labrador di Amatrice

Corto è il nome del Labrador da ricerca su macerie del Soccorso Alpino, lui e il suo conduttore sono abitanti di Amatrice.

Sono stati i primi a prestare aiuto a tutte le persone terrorizzate del paese: amici, parenti, conoscenti… tutti riconoscendo le famose doti del cane si sono rivolti al suo conduttore per chiedere assistenza.

Quasi non riuscivano a muoversi nella città perché tutti riconoscevano i volti familiari dei due e soprattutto, li vedevano disponibili ad aiutare! La loro ricerca è durata, senza pause, fino alla sera del primo giorno, quando Corto, ormai stanco, è stato messo a riposo… il conduttore ha continuato a prestare soccorso con le altre Unità Cinofile.

La gratitudine negli occhi delle persone colpite dal sisma faceva capire che, grazie al lavoro di questi Cani Eroi e di tutte le Unità coinvolte, c’era ancora da sperare.

Ecco alcune delle associazioni Trainer® Cani Eroi coinvolte nei salvataggi:

– Unità Cinofile Croce Rossa Italiana
– Unità Cinofile del Soccorso Alpino
– Le Orme di Askan (Roma)
– Gruppo volontari protezione civile Roma XV (Roma)
– Team Dog (Viterbo)
– Unità Cinofila Partenopea (Napoli)

Grazie a tutti gli eroi a 2 e 4 zampe ❤️

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